Due parole due sul gioco al massacro che si sta facendo da due anni sulla pelle delgi studenti e dei docenti.

Sulla scuola da quando è scoppiata la pandemia, si sta facendo un gioco sporco che, con l’avvento dell’attuale esecutivo, sfiora il grottesco.
Sfido il ministro dell’istruzione a citare un solo provvedimento strutturale mirato a mettere in sicurezza le scuole.
Classi sovraffollate, strutture fatiscenti degli edifici, mancanza di insegnanti in determinate discipline, arruolamento demenziale, problemi antichi, decisivi in un periodo di pandemia, che non si è nemmeno provato non dico a risolvere, ma nemmeno a tamponare.
A questi va aggiunto il problema dei trasporti: se anche in un mondo perfetto e nella mente del ministro i ragazzi a scuola fossero al sicuro, perfettamente distanziati e mascherati, i ragazzi vivono vita propria, viaggiano, escono, socializzano e quindi diventano potenziali vettori del virus, così come gli insegnanti.
Ricordo che il distanziamento in classe va rispettato “quando possibile”, secondo l’ultima circolare ministeriale che non mi risulta sia stata aggiornata e quanto alle mascherine, stendiamo un pietoso velo su quelle fornite a scuola. In molte realtà, il distanziamento è semplicemente impossibile.
Del diritto allo studio alla politica non importa nulla, l’enfasi sulla scuola in presenza è motivata dalla volontà di dare al paese l’idea che va tutto bene, specie ora che si gioca la partita della elezione del presidente della Repubblica, e dall’evitare che la agguerrita folla dei non dad, anche a loro non importa nulla del diritto allo studio, ma ne parlerò in un altro post, si aggiunga a quella dei no vax.
Non credo alle rassicurazioni del ministro riguardo i dati dei contagi nelle scuole, semplicemente perché nessuno li fornisce, non esiste tracciamento e ad oggi non sappiamo quale sia stata l’incidenza del virus.
A pelle, per esperienza diretta e indiretta, l’incidenza è molto più alta di quel che si vorrebbe far credere e credo che chiunque lavori a scuola potrebbe confermare la mia impressione.
Probabilmente si conta sul fatto che quasi tutti gli insegnanti sono vaccinati e il virus nei ragazzi ha un decorso, di solito, meno violento per passare la nottata del picco di casi e uscirne col vanto di aver lasciato la scuola in presenza.
Un calcolo schifoso sulla pelle dei ragazzi, insomma, ma certamente mi sbaglio e là dove si sa, hanno fondati motivi per ritenere le scuole al sicuro. IL problema è di quali scuole si parla.
Certo è che la governance della scuola, a tutti i livelli, resta penosa, inefficiente, incapace anche solo di pensare a come risolvere i problemi checi portiaqmo dietro da decenni e che non si esauriscono nella prova scrittà d’italiano all’esame di maturità.
Ma tutto, nel nostro paese, come si sa, finisce in farsa. Con buona pace del diritto allo studio.