
Pratico quotidianamente la meditazione da più di dieci anni e questo mi ha permesso di superare prove importanti, di contenere lo stress, di accettare con maggiore serenità ed equilibrio quello che la vita mi offre.
Ho trovato una guida ideale nei libri di Thich Nhat Hanh, un piccolo monaco vietnamita che curava con la meditazione la sindrome da stress post traumatico che colpiva i suoi concittadini a causa delle vilenze americane.
I suoi libri sono come una fonte a cui torno a dissetarmi nei momenti più complicati.
Come David Lynch, Emmanuel Carrère e molti altri intellettuali e uomini di spettacolo, sono convinto che insegnare ai ragazzi a scuola a meditare possa insegnargli un metodo naturale, slegato da qualsiasi credenza religiosa quindi adatto a tutti , per gestire tensioni, ansie, conflitti.
Naturalmente in Italia non succederà mai, ma la meditazione di consapevolezza è uno strumento terapeutico prezioso usato abitualmente in molte cliniche degli Stati Uniti e in molti istituti scolastici in Europa. Le evidenze scientifiche sono consultabili e confermate da anni di studi e sperimentazioni.
Ho talvolta trasceso l’insegnamento di Thich in questo ultimo periodo, polemizzando sul conflitto ucraino e sull’informazione a senso unico, sbagliando: l’unica arma contro al guerra è la pace, la pace si raggiunge con l’assenza della rabbia, che va spenta, che si può spegnere.
Il covid mi ha fatto ritrovare il tempo per meditare, che è un tempo per dialogare con la parte nascosta di noi stessi, quella più vulnerabile, debole, nascosta e ho deciso che da ora in poi le mie visite ai social saranno ridotte ai minimi termini e l’unico dialogo a cui mi dedicherò sarà quello con la mia famiglia e le ragazze e i ragazzi delle mie classi. Loro meritano il meglio da me e posso dare il meglio solo se resto sereno e spengo la mia rabbia, riservandola alle pagine dei miei libri.
I due piccoli libri in calce, sono gemme preziose di pensiero che, specie in questo periodo tormentato, possono davvero riservare molte sorprese e aiutare a vedere la vita da un’angolazione diversa.
Non è una svolta mistica, quella la riservo al piccolo angolo della mia casa in cui brucio i miei incensi, che tanto fastidio danno a mia moglie, e medito.
Semplicemente, come spesso accade quando si sta male, voglio tornare a occuparmi di quello che conta veramente e non disperdere le mie energie in discussioni inutili.
Se lo facessero in molti, vivremmo certamente in un paese migliore. Namastè.