
Dello sciopero di lunedì e del perché sia necessaria una grande partecipazione, ho già detto nel mio precedente articolo. Quello che mi preme oggi sottolineare è come la stampa statalista, perché di stampa libera non è davvero più il caso di parlare nel nostro paese, lungi dall’approfondire i motivi dello sciopero, si soffermi su aspetti di nessun rilievo della vita scolastica.
Mi riferisco ai cinque, sei articoli apparsi ( guardacaso) questa settimana riguardanti l’abbigliamento delle studentesse, ovviamente non dei maschi, e altri incresciosi episodi che hanno al centro insegnanti non proprio esemplari.
Si chiama distorsione informativa e serve sia a descrivere come una massa di moralisti bigotti gli insegnanti, sia a far credere che non esistono poi così gravi problemi a scuola se ci si può soffermare su queste inezie.
I giornali non mentono, sia chiaro, si limitano a mettere in rilievo notizie insignificanti a scapito di quelle importanti, orientando le opinioni del pubblico.
Dobbiami abituarci al fatto che, per i principali organi di stampa, il governo Draghi è inattaccabile, tutto ciò che fa è buono e giusto e chi afferma il contrario deve essere neutralizzato o messo in ridicolo.
Se lunedì lo sciopero riuscirà, aspettiamoci una copertura mediatica pari a zero e nuovi, demenziali commenti da parte del ministro e dei suoi pupari, che faranno felici i colleghi a cui questa scuola piace e che approvano l’impianto aziendale che il governo vuole imporre.
Chi non sciopera, a mio parere, la pensa esattamente così.
P.s. Ammesso che a qualcuno interessi, sono contro i dress code, credo che il rispetto, tra docenti e studenti si consolidi su altre basi e che siano sufficienti, se necessario, due parole a tu per tu, fuori dalla classe, per risolvere il problema.