
E’ davvero una piccola storia ignobile quella di Cloe Bianco, insegnante transgender a cui era stato impedito di insegnare, morta suicida sabato scorso in Veneto.
La vicenda nasce nella regione più omofoba del paese, dominata dalla Lega, dove anche il partito della tanto osannata Meloni, che ieri in Spagna ha delirato di gender e stranieri, è forte.
Il prof. Bianco una mattina del 2015 si presenta a scuola vestito da donna, dicendo di avere avviato la transizione e di non volere più nascondersi. Comincia da lì il suo calvario, con le proteste scandalizzate dei genitori e l’allora assessore all’istruzione di Fratelli d’Italia, non riporto il nome dei fascisti, che avvia una vera e propria crociata contro il docente.
L’insegnante viene allontanato e relegato a lavori d’ufficio. Vive in una roulotte e, diventata Cloe, gestisce un blog dove parla delle difficoltà delle persone transgender. Su quelle pagine annuncia il proprio suicidio, dovuto alla solitudine e all’emarginazione, e sabato scorso si dà fuoco.
Su facebook ho avuto modo di interloquire con alcuni contatti, intelligenti, brave persone, riguardo il mio disappunto per l’elezione del sindaco. Portavano argomenti validi, illustrando le cose che il sindaco è riuscito a fare, ovviamente non menzionando quelle che aveva promesso e non ha fatto.
A motivare la mia avversione, non è tanto il suo operato, che giudico pessimo, di pura facciata e che ha, a mio avviso, peggiorato le condizioni di una città avviata a un inesorabile declino etico e architettonico, ma la sua appartenenza a un partito razzista e dal razzismo del suo partito non si è mai dissociato.
Da quando c’è lui vigili e i controllori fermano solo immigrati, quasi sempre di colore ed esperimenti sociali di integrazione, importanti e riusciti, sono stati cancellati dalla sua giunta.
Ricordo anche il sindaco ha permesso una manifestazione di neofascisti in pieno centro città, macchiando una volta di più la memoria di Genova, che molti dei suoi cittadini hanno resettato. Per me, figlio di migranti siciliani, terrone, basta e avanza per avversare lui e i suoi alleati.
Sono quelli che appartengono alla sua parte politica i veri responsabili della morte di Cloe Bianco.
La storia di Cloe è il risultato inevitabile di una politica priva di valori, portata avanti solo demonizzando l’avversario. La destra ha il costante bisogno di un nemico, possibilmente debole e senza voce, altrimenti non è in grado di produrre nulla di concreto, se non colate di cemento per agevolare i propri amici e, spesso, gli amici degli amici. Destra democratica e liberale, in Italia, è un ossimoro.
Cloe non era una persona per questa gente, non lo è mai stata per la legge, non lo è per un paese bigotto, ipocrita, intriso di una moralità squallida e priva di sostanza.
Ho detto e ripeto che la lotta dei movimento LGBTQ+ per veder riconosciuti i propri diritti è una lotta per i diritti di tutti, specie in questo momento, dove un partito di neofascisti, buona parte dei quali in galera, guidato da una leader priva di cultura e di argomenti, rischia di succedere a Draghi, seguendo la regola che, toccato il fondo, spesso si comincia a scavare.
Non so se si poteva fare qualcosa per Cloe, si poteva provare, almeno, ad essere umani. La consapevolezza di vivere in un corpo “sbagliato” forse l’ha portata a credere di essere lei stessa sbagliata e non ha avuto nessuno accanto a farle capire che non era così.
Una piccola storia ignobile, appunto, giusto due righe su un giornale che si perderanno nel vento.